PROGETTO ARTISTICO ANNUALITÀ 2021

 

Argot da oltre trent’anni è un punto di riferimento progettuale e produttivo di autori e artisti che si occupano di linguaggi, modalità espressive ed estetiche innovative, ma grazie soprattutto al suo spazio, il Teatro Argot Studio, continua ad essere anche enzima e punto di incontro per le nuove realtà della scena contemporanea italiana.

Al centro del suo progetto si pone quindi in modo sempre più determinante la casa Argot, lo spazio trasteverino, fucina di tutti i progetti produttivi e luogo di fermento per tutte le nuove generazioni che per formazione e vocazione continuano ad attraversare questo luogo. E lo è ancora di più, oggi, dopo un’annata drammatica come quella del 2020, e un 2021 tutto da scoprire, che ha visto la chiusura dei teatri per gran parte dell’anno a causa dell’emergenza Covid 19, ma che non ha comunque placato il fermento creativo che ruota intorno alla nostra realtà, anzi. Il 2020 è stato infatti un anno in cui, tra mille difficoltà e restrizioni, si è cercato di continuare il lavoro progettuale attraverso residenze e prove per spettacoli che vedranno la luce nel 2021 e ci si è prodigati a riconvertire l’attività, quando possibile, sfruttando al meglio gli unici canali disponibili ovvero la rete e lo streaming.

Una progettualità, quella di Argot, quindi sempre vocata al contemporaneo, alla scrittura, alla sperimentazione di nuovi linguaggi con l’obiettivo di favorire la crescita di una nuova generazione di attori/autori/registi che si incrocia necessariamente anche con Dominio Pubblico, un progetto  quest’ultimo di audience development e sullo scouting di giovani formazioni artistiche U25 che da oltre 5 anni organizza il Festival “Dominio Pubblico_La Città agli U25” di cui Argot è da sempre partner e promotore ponendosi come compagnia di riferimento per tutte le giovani formazioni selezionate nel progetto.

Ma la volontà di dare spazio ad idee e ad artisti emergenti insieme alla sua innata attività di scouting si concretizza soprattutto attraverso il progetto OVER – emergenze teatrali, che nel 2021 arriva alla sua terza edizione. Il progetto viene declinato sia in residenze per artisti in cerca di una casa che in un premio per compagnie di nuovissima generazione. Main partner del progetto OVER è il NEST – Napoli Teatro Est di Napoli, uno spazio e una compagnia di produzione, per molti aspetti gemello all’Argot, che opera su un territorio metropolitano differente. NEST prenderà parte attiva alla direzione artistica del progetto, immaginando una nuova edizione del Premio OVER 2021 che verrà destinato alla programmazione di 4 nuove residenze creative.

Al termine delle residenze i 4 progetti verranno presentati in forma di studio in una finale che verrà programmata a Roma e a Napoli e che coinvolgerà in entrambe le città un gruppo di spettatori attivi U30: Dominio Pubblico a Roma e #GiovaniO’Nest a Napoli. Verrà selezionato solo uno dei progetti che potrà portare a compimento il proprio lavoro e che verrà seguito nel processo di produzione e di sviluppo fino al suo debutto. Altro partner eccellente della progettualità è Theatron 2.0, nuova giovane realtà italiana che dedica le proprie energie nel sostenere e promuovere progetti indipendenti. Theatron 2.0 è anche un’agenzia di comunicazione che si occupa di promuovere i progetti di Argot e ne cura le strategie di social media marketing, costruendo nel corso dell’anno in programmazione, un vero e proprio storytelling che mira ad informare e allo stesso tempo appassionare tutti i follower delle attività di Argot.

Oltre a questa azione di rete costruita all’interno del proprio programma culturale, il progetto OVER dal 2021 entrerà a far parte del network Risonanze, una rete di soggetti nazionale dedicato alla promozione e alla tutela del teatro U30. Al progetto aderiscono già altre 13 realtà nazionali: Direction U30 del Teatro Sociale di Gualtieri – Festival 20 30 (Bologna) – Strabismi Festival (PG) – ZUT Centro di Residenza Umbro (PG) – PollineFest (LT) – Torino Fringe Festival – Arezzo Crowd Festival – Kilowatt Festival (AR) – Up To You (BG) – Centro IAC (MT) – Theatron 2.0 / Amuranza (Campania) che consegnano all’Argot e al NEST una serie di proposte artistiche ormai mature in grado di esprimersi al meglio sulla scena e vogliose di uscire fuori, di emergere e farsi sentire.

Il progetto OVER offrirà da parte sua al network Risonanze una delle residenze che verranno messe a disposizione degli artisti che prendono parte al Premio Cantiere Risonanze, un riconoscimento nazionale che vede coinvolti tutti i soggetti partner della rete. Anche quest’anno, attraverso l’attività del co-direttore artistico Maurizio Panici, La Città di Marostica continuerà ad essere sede di un osservatorio e polo produttivo sulle nuove formazioni in collegamento diretto con lo spazio Argot e con il Centro di Produzione della Piccionaia per ospitare e produrre prevalentemente nuovi testi di autori italiani, favorendo così la diffusione di nuove opere, svolgendo una intensa attività di tutoraggio sulle nuove formazioni. Prosegue infatti il progetto con l’Associazione Teatris di Residenza Teatrale presso il Teatro Politeama di Marostica (VI) volta alla formazione permanente di nuove figure artistiche e all’approfondimento delle nuove scritture ma soprattutto si conferma in collaborazione con La Piccionaia Centro di Produzione Teatrale del Veneto la Rete denominata TEATRO DI COMUNITA’ con l’obiettivo di dare vita e sostegno a nuove attività e produzioni nel campo della drammaturgia contemporanea e della ricerca sui nuovi linguaggi. Sono previste anche quest’anno oltre l’ospitalità delle nuove produzioni Argot, due spettacoli frutto del lavoro laboratoriale residenziale stabile condotto da Maurizio Panici presso il Ridotto del Teatro Politeama di Marostica: La Bottega del caffè da Carlo Goldoni e in occasione del 700° anniversario dalla morte di Dante Humanae Genti per la drammaturgia e regia di Maurizio Panici.

Nel 2021 la progettualità Argot ruoterà ancora intorno alla promozione e al sostegno della drammaturgia contemporanea italiana come testimoniano i numerosi nuovi allestimenti programmati nonostante le incertezze e le difficoltà: LE STORIE DELLA BUONA NOTTE PER BAMBINE RIBELLI è nuovo progetto ideato con Progetto Goldstein e Officine della Cultura di Arezzo, tratto dall’omonimo best-seller scritto da Elena Favilli e Francesca Cavallo. Lo spettacolo, a cura di Francesco Frangipane, ci farà conoscere alcune delle straordinarie donne descritte in Storie della buonanotte per bambine ribelli che con oltre un milione di copie vendute in tutto il mondo, è diventato un movimento globale e un simbolo di libertà. A dar voce ad ognuna di loro l’attrice e cantautrice Margherita Vicario che sarà accompagnata dal vivo dall’Orchestra Multietnica di Arezzo diretta dal Maestro Enrico Fink. L’Orchestra Multietnica di Arezzo (OMA), nasce nel 2007 da un percorso formativo, aperto alla partecipazione di musicisti italiani e stranieri e finalizzato alla conoscenza e all’approfondimento delle strutture di base delle musiche tradizionali delle aree del mediterraneo, per incrociarle con la tradizione italiana ed europea e predisporre un repertorio basato sulla contaminazione. L’attuale formazione dell’OMA è costituita da circa 35 musicisti provenienti da Albania, Palestina, Libano, Nigeria, Costa d’Avorio, Argentina, Colombia, Bangladesh, Giappone, Romania, Russia, Svizzera e dalle più svariate regioni italiane.

L’UOMO DAL FIORE IN BOCCA di Luigi Pirandello nel nuovo adattamento e regia di Francesco Zecca per Lucrezia Lante della Rovere. Un testo che fa parte della tradizione teatrale italiana affrontato però da un punto di vista del tutto originale e innovativo, ovvero dando voce a quella donna muta e dolorante, quella Donna Vestita di Nero (la moglie dell’uomo dal fiore in bocca) che Pirandello ci ha fatto intravedere solo dietro a quel cantone.

UNO SPETTACOLO DIVERTENTISSIMO CHE NON FINISCE CON UN SUICIDIO è uno spettacolo con e per Lodo Guenzi, attore e storico componente della band Lo Stato Sociale, diretto da Nicola Borghese e che nasce da una drammaturgia scritta ad hoc dallo stesso Guenzi e Borghesi insieme a Gioia Salvatori e Daniele Parisi. Ed è uno spettacolo sbagliato. Dall’inizio. Fatto in un momento in cui non si capisce proprio perché si dovrebbe farlo, uno spettacolo. È un tentativo di messa in scena che parte dalla stand up e si perde in una storia vera. In più storie, vere. L’attore è davanti al pubblico, deve fare il suo show, tocca a lui, è chiamato a portare a termine qualcosa da cui vorrebbe istintivamente fuggire, che è quello che di solito fa, che ha sempre fatto. Il pretesto della storia, grazie alle aperture in stand up, che rendono possibili delle digressioni dell’attore/personaggio, diventa anche una riflessione sul perché si continui a stare in scena oggi. Per passione forse, per imparare a guardarci e riconoscerci come esseri umani? Per amore? Perché non c’è nient’altro da fare? Per dimenticare? Per ricordarsi? Sicuramente per ascoltare una storia.

ET- Elio Trenta, altra novità italiana il cui debutto era previsto nel 2020 e che causa covid abbiamo rinviato nel 2021, è invece un progetto che nasce in collaborazione con Città della Pieve per il Todi Festival su testo teatrale scritto dall’attore Luigi Diberti, anche interprete, e dallo sceneggiatore Gianmario Pagano che vuole raccontare del giovanissimo “inventore” umbro che nel 1931 registrò il primo brevetto del cambio automatico.

Ma Argot non vuole dare meno attenzione alla drammaturgia contemporanea internazionale, dedicandole un focus specifico attraverso la storica rassegna ideata e diretta da Pino Tierno IN ALTRE PAROLE, giunta alla Quindicesima edizione con un bagaglio di oltre 100 testi presentati in prima nazionale, provenienti da ogni angolo del mondo. La Rassegna, quest’anno in streaming da 22 al 27 marzo 2021 e in collaborazione con le Università Roma Tre e Sapienza e le Ambasciate e gli Istituti di Cultura dei Paesi coinvolti, parte con la Slovacchia e con un appassionante testo sull’oscuro passato recente del Paese, a firma di Viliam Klimáček, l’autore più rappresentato sia in patria all’estero.

Da Israele arriva la voce di Gur Koren, con una commedia sulle nuove relazioni di coppia che mescola umorismo e commozione. Miguel Del Arco, che quest’anno rappresenta la Spagna, rivisita il mito di Elena che qui prende la parola per raccontare la guerra e la storia dal punto di vista di una donna. Per gli Stati Uniti, viene presentata un’inedita versione teatrale, sotto forma di monologo, del più celebre racconto di Fitzgerald, già adattato per il grande schermo. Petr Kolečko, uno dei nomi emergenti del teatro della Repubblica Ceca, ci offre uno sguardo disincantato sulla società post-comunista che fatica a lasciarsi alle spalle il passato. E infine dal Québec arriva l’intenso poema teatrale di Martin Bellemare, già vincitore di numerosi premi per la sua struggente forza letteraria. Numerosi gli artisti coinvolti tra cui Massimo De Francovich, Iaia Forte, Manuela Mandracchia, Giorgio Lupano, Daniela Poggi e tanti altri.

Priorità assoluta saranno anche le riprese degli spettacoli allestiti nel 2020 e che, causa covid e conseguente chiusura dei teatri, sono stati interrotti sul nascere o dopo poche repliche e con i quali si cercherà di recuperare le repliche annullate e aggiungerne di nuove: GIUSTO LA FINE DEL MONDO, testo cult del francese Jean-Luc Lagarce, morto prematuramente di AIDS a 38 anni. Lo spettacolo, coprodotto con il Teatro Metastasio di Prato, è che ha debuttato a gennaio 2020 presso il Teatro Lauro Rossi di Macerata, vede la regia di Francesco Frangipane e
un cast di attori di grandissima qualità che va da Anna Bonaiuto ad Alessandro Tedeschi (già fondatore regista e attore della compagnia pluripremiata Carrozzeria Orfeo) fino a Barbara Ronchi, Vincenzo De Michele e Angela Curri. Il testo, riportato all’attenzione mondiale dall’omonimo film del pluripremiato Xavier Dolan, vincitore del Grand Prix della giuria a Cannes nel 2016, racconta di Louis – uno scrittore malato di Aids e prossimo alla morte – che dopo essere stato lontano da casa per dodici lunghi anni, torna nel suo paese natale per rivedere i suoi familiari e comunicare loro la notizia della sua malattia e della sua imminente morte.

DA LONTANO_Chiusa sul rimpianto è lo spettacolo scritto e diretto da Lucia Calamaro, per e con Isabella Ragonese e con la partecipazione di Emilia Verginelli. Quanti di noi, da piccoli, hanno assistito impotenti ai drammi degli adulti amati? Quanti avrebbero voluto intervenire? Aiutare, capire. In fondo salvarli. E quasi mai si può. Da Lontano mette in scena il tentativo irragionevole di una figlia adulta, diventata terapeuta, di fare oggi quello che non aveva potuto fare a quei tempi: aiutare quella madre tribolata, che esisteva solo quando lei era bambina.

THE MAN JESUS, il grande successo inglese di Matthew Hurt, tradotto da Jacopo Rosso Ciufoli, con Roberto Ciufoli per la regia di Maurizio Panici. Un monologo straordinario che narra i momenti chiave della vita di Gesù attraverso gli occhi degli uomini e delle donne che lo circondavano, Maria, Giovanni Battista, Barabba, Giuda, Ponzio Pilato e tanti altri. Raccontare la storia di Gesù può apparire semplice, addirittura banale.THE MAN JESUS non lo è.

LA STORIA DI RE LEAR è la riscrittura del premio Strega Melania G. Mazzucco del capolavoro Shakesperiano. Unica interprete la straordinaria attrice Vanessa Scalera che da voce a tutti i personaggi accompagnata dalle sonorizzazioni e live electronics del Dj Antonello Aprea per uno spettacolo/concerto a cura di Francesco Frangipane. La storia di Re Lear e delle sue tre figlie viene da molto lontano, dalla notte dei tempi, si potrebbe dire…Una storia che hanno raccontato un po’ tutti: dai menestrelli alle corti dei principi alle nonne davanti al camino. Con il passare del tempo le persone smisero di credere alle favole, ma un bel dì arrivò Shakespeare e capì che in questa barbara vicenda di re, conti, principi e principesse, mancava il coro, cioè una persona semplice, che dicesse parole in cui gli spettatori potessero riconoscersi, insomma la verità e così riscrisse tutto. Raccontò Re Lear a modo suo, e lo fece così bene e con parole così giuste che, dopo, se qualcuno avesse voluto raccontare Re Lear, avrebbe dovuto prendere la sua versione. Da allora, Re Lear ha avuto un’infinità di rappresentazioni, traduzioni, riduzioni e adattamenti e questa è una di quelle.

SOUVENIR – La fantasiosa vita di Florence Foster Jenkins di Stephen Temperley, per la traduzione e l’adattamento di Edoardo Erba e regia Roberto Tarasco con Francesca Reggiani, Massimo Olcese e Francesco Leineri. Una commedia irresistibile in equilibrio fra talento e passione: non è importante che l’arte corrisponda a rigidi canoni classici, la passione, se brutalmente sincera, trasforma in capolavoro anche una disastrosa esibizione. Un sogno che diventa realtà. Ispirata alla vera Florence Foster Jenkins, la commedia racconta della ricca signora dell’alta società newyorkese, anima di un circolo di amanti di bel canto, che nel 1944 si esibisce al Carnegie Hall la più importante sala da concerto classica di New York.

TADDRARITE, dell’autrice e regista siciliana Luana Rondinelli e con tre interpreti d’eccezione quali Donatella Finocchiaro, Claudia Potenza e Antonia Truppo, racconta il modo in cui tre donne siciliane, riunite da una veglia funebre, fanno trapelare nelle loro confidenze la realtà inconfessabile della violenza dell’uomo sulla donna.

KAMIZAZE NAPOLETANO, scritto e interpretato da Arcangelo Iannace che racconta la tragicomica esistenza di Rosario, un insolito kamikaze che pensa di aver trovato finalmente la sua salvezza nel martirio, forse…

Ma è prevista naturalmente anche la ripresa di Segnale d’allarme | La mia battaglia VR, trasposizione in realtà virtuale di Elio Germano e Omar Rashid, de La mia Battaglia, un’operaportata in scena da Elio Germano stesso e Chiara Lagani (fondatrice di Fanny & Alexander) – che parla alla e della nostra epoca. Un progetto speciale volto all’innovazione e alla multidisciplinarietà che proprio per la sua natura è riuscito a sopravvivere alla pandemia e ad avere una sua vita anche nel periodo di chiusura attraverso varie declinazioni che hanno permesso il pubblico di godere dell’opera in forme diverse. Lo spettatore è portato a piccoli passi a confondere immaginario e reale, e attraverso la realtà virtuale, ad immergersi nell’opera teatrale diventandone parte. Assistendo ad un monologo che sarà un crescendo e allo stesso tempo una caduta verso il grottesco. Segnale d’Allarme racconta una storia vera, la nostra.

Insomma un Argot voglioso di proseguire il suo storico percorso volto alla promozione della drammaturgia contemporanea e dei nuovi linguaggi con particolare attenzione alle nuove generazioni, con un entusiasmo e una passione che neanche questa pandemia e la chiusura prolungata sono riuscite a placare.

La Direzione Artistica
Maurizio Panici
Francesco Frangipane