SENZA GLUTINE

di Giuseppe Tantillo
regia Daniele Muratore e Giuseppe Tantillo
con Valentina Carli, Vincenzo De Michele, Orsetta De Rossi e Giuseppe Tantillo

scenografia Francesco Ghisu
costumi Alessandro Lai
disegno luci Daria Grispino

“La cosa più difficile in assoluto è lasciarsi. Anche se non ci si ama più. E in un certo senso non è neanche un male. Se non fosse così non si farebbero un sacco di cose. E non si conoscerebbero veramente le persone. In fondo cominciamo davvero a conoscere la persona che ci sta accanto quando smettiamo di provare qualcosa per lei. Solo allora riusciamo a vederla per quello che è. E a quel punto viene fuori tutto quell’insieme di senso di colpa, malinconia, tenerezza e gratitudine che prende il nome di rapporto stabile. Dove il sesso è una chimera e la dermatite atopica una triste realtà”.

Senza glutine è una commedia a tratti amara che intreccia, in modo nuovo, le nostre ossessioni per cibo, amore e malattie. È la storia di Fran e Lisa che hanno trent’anni e stanno insieme da cinque; e di Paolo e Felicia che di anni ne hanno cinquanta e stanno insieme da quindici. È la storia di due coppie, forse di quattro. Sono tutti amici, sono tutti amanti. Parlano e sono spesso soli. Si amano, si lasciano e, nel frattempo, ne ridono anche perché scoprono che non è stato poi tutto così brutto. D’altronde, come dirà Fran “anche le cose belle sono un po’ disgustose e bisognerebbe parlarne di più”.

La prima volta che mi sono innamorato avevo nove anni. Era il 10 maggio ed erano le sette di sera. E lo ricordo bene perché un’ora dopo saltai la cena per la prima volta nella mia vita, a causa di un’improvvisa colica addominale. Da allora fino al compimento dei trent’anni mi sono innamorato altre otto volte. E a ogni innamoramento è seguito un disturbo di natura gastrointestinale. Ho sempre letto che il mondo è diviso tra chi ama col cuore e chi con la testa. Io amo con lo stomaco e l’intestino. E vi assicuro che le conseguenze sono meno romantiche. La verità è che mi riesce difficile scindere il concetto di amore da quello di digestione. Li considero affini. In entrambi i casi, infatti, si tratta di assorbire e trasformare (alimenti o sentimenti) avendo cura di eliminare le scorie. Sono partito da qui per raccontare questa storia. La storia di due coppie che non hanno la forza di lasciarsi. E che grazie a questa incapacità riescono a realizzare i propri desideri. La mancanza di coraggio infatti, checché ne dica la psicanalisi, non è necessariamente un male. Rimanere bloccati in un rapporto apre a un caleidoscopio di possibilità e permette di cogliere dettagli, che altrimenti sarebbe impossibile notare.

Giuseppe Tantillo è un attore e drammaturgo palermitano. Dopo il diploma all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico lavora in teatro con Armando Pugliese, Massimiliano Farau e Giampiero Rappa. Approda poi al cinema e in televisione. È uno dei protagonisti del film di Stefano Tummolini “L’estate sta finendo” e dell’opera prima di Emma Dante “Via Castellana Bandiera” in concorso alla 70esima Mostra del Cinema di Venezia.

In televisione ha preso parte a “Il figlio della luna”, “Il Bosco”, “Carnezzeria”, ma il pubblico lo ricorda soprattutto come uno dei protagonisti di serie di grande successo come “Squadra Antimafia”, “Un passo dal cielo”, “RIS Roma” e “Romanzo Siciliano”. Nel 2012 scrive ed interpreta un monologo “familiare” che si aggiudica il Premio Artari. Nel 2013 il suo primo testo teatrale, “Best friend”, riceve la Segnalazione Speciale al prestigioso Premio Riccione per il Teatro. “Best friend” debutta nel 2015 al Teatro Vittoria di Roma. Interpreti Claudio Gioè e lo stesso Tantillo che ne cura anche la regia insieme a Daniele Muratore.

Ph. Manuela Giusto