The Man Jesus

testo originale Matthew Hurt
traduzione dall’originale Jacopo Rosso Ciufoli

con Roberto Ciufoli
regia Maurizio Panici

musiche curate da Papa Dj
costumi Sandra Cardini

Roberto Ciufoli porta in scena, per la prima volta in Italia, The Man Jesus, il grande successo inglese di Matthew Hurt, un monologo straordinario che narra i momenti chiave della vita di Gesù attraverso gli occhi degli uomini e delle donne che lo circondavano, Maria, Giovanni Battista, Barabba, Giuda, Ponzio Pilato e tanti altri.

NOTE DI REGIA

Raccontare la storia di Gesù può apparire semplice, addirittura banale.
THE MAN JESUS non lo è.
Eppure che senso può avere raccontare una storia che tutti conoscono? Un approfondimento religioso? No, non è questo il caso. E allora? Matthew Hurt ci propone la soluzione, un punto di vista inaspettato. Non ci racconta i fatti, li fa raccontare da chi li vive momento per momento a fianco del protagonista che diventa luce, sul mondo di uomini e donne che lo circondano e seguono.

“Un seme deve credere nell’idea del frutto”.

Un punto di vista umano, terreno, svuotato di mitologia, privo di ideologia ma sincero, ricco di sentimento e carico di un coinvolgimento che lascia il segno. Che scava e si muove nei meandri del dubbio, attraverso l’incanto e la meraviglia di un incontro che cambia la vita.

Maria, Giacomo, Giovanni Battista, Gesù Barabba, Giuda, Ponzio Pilato, Simone Pietro, Joanna e tanti altri. Ognuno con le sue opinioni, le sue aspettative, le sue convinzioni, il suo stupore. La sua speranza. Quella speranza che, come dice Giuda in un passaggio del testo, è una debolezza. Perché siamo di fronte ad un popolo, quello ebreo, lanciato alla ricerca di una guida terrena che gli faccia superare tempi duri, che lo liberi dalla schiavitù, come aveva predetto Isaia, che lo conduca nel futuro, a riportare il paradiso in terra. Ad interrompere il loro essere a metà.

“Beh, è chiedere tanto ad un uomo”, dice Maria.

Un popolo al quale invece, alla fine, viene offerto qualcosa di altro, completamente altro. Troppo “altro”.
Erano pronti a seguire un eroe non un simbolo.

Allora subentrano la delusione, l’incomprensione, lo smarrimento. Il dolore. Il dubbio. E’ questo che viene raccontato. Ed è la forza di questi racconti, di queste testimonianze, che dà alla storia una lucida drammaticità, un incalzante divenire che ci commuove ed emoziona, ci diverte e ci fa riflettere. Ci rivela l’umanità così com’è, con una contemporaneità spiazzante. E lo fa grazie ad una parola asciutta, scarnificata, priva di sovrastrutture ed estremamente essenziale, che colpisce al cuore e fa vibrare il silenzio.

Parole come chiodi.

Parole come semi, che ora sì, daranno i loro frutti.

E tutto questo per uno straordinario attore solo, Roberto Ciufoli, che muta continuamente e diviene tutti i personaggi, in una scena fatta di pochi oggetti essenziali, dove le luci e I video avranno un ruolo essenziale.

Maurizio Panici

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