Il Cappuccio d’Osso della Luna

di Cristina Cirilli

regia Maurizio Panici

con Cristina Cirilli, Ermanno De Biagi, Mirella Mazzeranghi Ludovica Apollonj Ghetti

scenografia Francesco Ghisu

costumi Anna Coluccia

light designer Giuseppe Filipponio

musiche Ermanno De Biagi

aiuto regia Maria Stella Taccone

Alberto è un architetto di sessantacinque anni in pensione. Le figlie, Anita la maggiore e Adelia la minore, vivono in un’altra casa rispetto a quella di residenza del padre. L’uomo un po’ per il suo lavoro, un po’ per il carattere, chiuso e anaffettivo, non è riuscito a costruire un rapporto solido con loro. Alberto è rimasto vedovo da qualche mese. Anita non se la sente di lasciarlo in balia di se stesso e lo ospita in casa sua. Adelia invece, che considera il padre responsabile della morte di sua madre, se ne va a vivere con la zia Vittoria, sorella di Alberto. La convivenza tra Alberto e Anita procede tra silenzi, discorsi abbozzati e tentativi di incontro. Vittoria e Adelia invece sono complici, vittime delle stesse mancanze. Lo scorrere del tempo è scandito dai ricordi, finché i quattro non si ritrovano insieme intorno allo stesso tavolo.

“Una sfocatura, la sensazione di non stare a posto con le parole che si dicono, un senso di manchevolezza di fronte ad un ritratto di famiglia che così famiglia non è. Tutto il testo è percorso da un senso di sospensione del tempo e di inadeguatezza nelle relazioni. Un puzzle di emozioni e sentimenti che ha bisogno pazientemente di essere ricostruito. Geometrie relazionali imperfette, un tema che resta incompiuto e l’impossibilità di ogni singolo personaggio di sapersi relazionare al resto del quadro. Allo spettatore il compito di chiudere questo ritratto con una complicità emotiva che permetta ai protagonisti di pacificarsi e ricreare così un ideale luogo di convivenza”.

Maurizio Panici

Ρh. Manuela Giusto